sabato 4 febbraio 2012

Riforma degli ordinamenti: tappe di avvicinamento

Si moltiplicano gli incontri all'interno della categoria per esaminare la proposta del CNG di riforma dell'ordinamento in previsione del termine del 13 agosto 2012 imposto dal decreto sulle liberalizzazioni per adeguare gli statuti ai sette punti dettati dal Governo.
I tavoli comuni. La categoria partecipa ad una serie di tavoli di confronto con gli altri ordini e collegi nazionali. Sono i seguenti: Co.Ge.Pa.Pi (coordinamento Geometri, Periti Agrari e Periti Industriali); PAT (professioni area tecnica) che riunisce le professioni degli Architetti, Ingegneri, Agronomi, Geometri e Periti; CUP (comitato unitario delle professioni) allargato a tutte le professioni. Questi tavoli vedono spesso la partecipazione dell'AdEPP (Associazione degli Enti di Previdenza Privati, ossia le Casse Previdenziali), la confprofessioni rappresentata dalla Confedertecnica per la parte sindacale delle professioni tecniche. Il coinvolgimento dei laureati triennali vede ai tavoli il CUP3, Coordinamento Universitari e Professionisti triennali, incontrati nel luglio 2011 durante i loro "stati generali degli ingegneri iuniores"al Teatro Capranichetta di Roma. 
L'orientamento generale che si ricava dalla stampa di settore è una tendenza a modificare esclusivamente quei punti degli statuti interessati dal Decreto sulle liberalizzazioni per rimandare a data successiva un testo unico sulla singola professione.
Fermo restando il tentativo politico di far retrocedere il governo sull'abolizione delle tariffe (specialmente nei lavori pubblici e nelle liquidazioni giudiziali) E

e sulle società di professionisti, prima della conversione in legge. Si riscontra poi la convinta determinazione degli ingegneri a dichiarare fallita l'esperienza della laurea junior (in considerazione dei numeri esigui dei laureati triennali e della generale tendenza a proseguire gli studi) e a considerare marginali le competenze degli laureati juniores i quali, vedutisi isolati, stanno valutando l'opportunità dell'unificazione con i diplomati in un unica categoria, alternativa ai laureati senior. Nell'incontro promosso dal Cng con i Comitati Regionali chiamati ad una prima verifica rispetto al progetto di riforma dell'ordinamento, proprio la posizione del CUP3 ha suscitato le riflessioni più attente, circa la reale condivisione del progetto di unificazione oltre che alla reale rappresentanza dei loro delegati ai tavoli tecnici. E' stato infatti sottolineato dall'assemblea che solo l'unificazione prospettata garantisce la continuità di iscrizione al futuro albo altrimenti destinato ad esaurirsi con gli attuali professionisti operanti, vista la perdita di appeal del diploma nei confronti delle lauree e la direttiva europea che prevede per il futuro solo professionisti laureati. La creazione di una nuova figura professionale permette inoltre di riscrivere le competenze sulla base di un maggiore livello culturale della categoria. Savoldi assicura di aver coinvolto il Cup3 e che il nuovo regolamento sarà condiviso fra diplomati e Cup3 e che la vera partita riguarda l'obbligatorietà di iscrizione a questo albo dei futuri triennali.
I Comitati Regionali.  Per lo più contrari al progetto di riforma dell'ordinamento per quanto riguarda la governance, sono invece favorevoli a limitare le modifiche dell'ordinamento ai soli punti richiesti dal Governo. Le puntualizzazioni si sono inevitabilmente concentrate sullo snellimento della categoria (numero di consiglieri, cumulabilità delle cariche, diverse modalità di elezioni fra consigli provinciali e nazionali.). Discordanze sull'organismo disciplinare: qualcuno lo preferisce provinciale piuttosto che regionale. Emergono alcuni interessanti esperienze, come quella delle marche, dove il praticantato ben organizzato (malgrado la preparazione scolastica inadeguata) ha dato ottimi risultati: bassa percentuale di bocciature all'esame di stato, aumento delle iscrizioni all'Albo, inserimento immediato nel mondo del lavoro, pochissime iscrizioni all'università dopo il corso di praticantato (ma l'europa vuole il praticantato come alternanza scuola-lavoro .....). Rimarcate anche le esperienze dei corsi presso gli atenei che forniscono crediti formativi universitari, come le esperienze di Roma sulla sicurezza e del Triveneto sulla sismica.

Savoldi ha replicato esprimendo, a più riprese, la sua convinzione che non sia opportuno modificare i soli sette punti senza inserirli in quadro generale di riforma dell'ordinamento. Le modificazioni richieste sulla deontologia, sul praticantato e sulla tariffa coinvolgono l'intero ordinamento e le successive norme sulla professione. Quindi vale la pena di discutere l'intero ordinamento per poi, all'occorrenza, estrapolare i soli punti che possono essere inseriti nel DPR di modifica degli statuti. Peraltro il Ministro competente ha chiarito che detto DPR dovrà necessariamente limitarsi a recepire i punti del decreto liberalizzazioni ma ha anche dato la disponibilità a discutere ipotesi di semplificazione e accorpamenti. Se quindi non sarà possibile introdurre organismi regionali e modificare la governance sarà necessario appellarsi alla semplificazione per giustificare i cambiamenti che vanno oltre la delega governativa prevista dal DPR.
Dopotutto l'occasione dell'adeguamento degli statuti, se perseguita allo stesso modo dalle categorie dei geometri e periti e condivisa dai laureati junior, può costituire una ulteriore tappa di avvicinamento verso l'unificazione delle categorie dei tecnici diplomati con o senza laureati junior.

Nella stessa assemblea dei comitati regionali è stata poi diffusa una prima bozza di modifica dell'ordinamento che sarà oggetto delle osservazioni dei Collegi provinciali.

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