martedì 20 marzo 2012

Dia-Scia:I tempi a disposizione dei terzi per agire contro il silenzio della PA

Il Consiglio di Stato, con l’Adunanza Plenaria n. 15 del 29 luglio 2011, ha stabilito che la D.I.A. non costituisce un provvedimento tacito formatosi per il decorso del termine, essendo invece una mera dichiarazione del privato rivolta all’amministrazione competente.  Il terzo avrà l’onere d’impugnare l’inerzia dell’amministrazione che ha omesso di esercitare i propri poteri inibitori.
 Il legislatore è successivamente intervenuto (decreto legge n. 138/2011) modificando l'art. 19 della legge n. 241/1990 tramite il comma 6-ter, stabilendo che la Dia-Scia non costituiscono provvedimenti taciti direttamente impugnabili. Gli interessati possono solo sollecitare l'esercizio delle verifiche spettanti all'amministrazione e, in caso di inerzia, esperire esclusivamente l'azione contro il silenzio dell'amministrazione (art. 31, commi 1, 2 e 3 del decreto legislativo 2 luglio 2010, n. 104).
Pertanto, osserva il Tar Veneto, “il legislatore, pur recependo l’orientamento del Consiglio di Stato sulla natura giuridica della D.I.A. (oggi S.C.I.A.), come atto del privato non immediatamente impugnabile, si discosta da tale decisione quanto ai rimedi esperibili dal terzo controinteressato, il quale ha ora a disposizione solo l’azione prevista dall’art. 31 c.p.a. per i casi di silenzio della P.A.”.


I tempi per agire contro il silenzio della PA 
Per chiedere al Tar di accertare l'illegittimità in atto di un'attività edilizia avviata con una Dia o una Scia, il terzo che si sente leso nei propri diritti non è tenuto ad aspettare il termine (60 giorni con la Scia, 30 giorni con la Dia) concesso alla Pubblica Amministrazione per ordinare il blocco dell'attività  illegittima. Il controinteressato può agire subito e presentare immediatamente l'istanza al Tar poiché le attività iniziate con la Scia possono partire già dalla data di presentazione della segnalazione all'amministrazione competente e l'amministrazione è tenuta da subito ad adottare i provvedimenti di divieto di prosecuzione dell'attività.
Il terzo, pur trascorso il termine assegnato all’amministrazione per l’esercizio del potere inibitorio, potrà sollecitare tramite diffida, oltre l’esercizio del potere di autotutela, anche l’esercizio dei poteri sanzionatori e repressivi sempre spettanti all’amministrazione in materia edilizia e, fintantoché l’inerzia perduri e comunque non oltre un anno dalla scadenza del termine per l’adempimento, potrà esperire l’azione di cui all’art. 31 c.p.a., richiamata dal comma 6 ter dell’art. 19 L. 241/1990.

mercoledì 7 marzo 2012

La natura della Denuncia-Segnalazione di Inizio Attività (DIA-SCIA)

Con decisione n. 15 depositata il  29 luglio 2011, il Consiglio di Stato in Adunanza Plenaria ha affermato che, al trascorre dei termini previsti dalla DIA,  non consegue né un provvedimento a formazione tacita (silenzio assenso), né un provvedimento a fattispecie progressiva.
      Poiché il decorso del termine in esame pone fine alla possibilità di un procedimento amministrativo di divieto, il silenzio in questione preclude all’amministrazione l’esercizio del potere inibitorio a seguito dell’infruttuoso decorso del termine perentorio all’uopo sancito dalla legge.
       Appurato che la denuncia di inizio attività non è un provvedimento amministrativo a formazione tacita e non dà luogo in ogni caso ad un titolo costitutivo, "ma costituisce un atto privato volto a comunicare l’intenzione di intraprendere un’attività direttamente ammessa dalla legge", la cassazione in seduta plenaria esclude:
a) che il comportamento dell'amministrazione si riferisca all’esercizio del potere inibitorio; 
b) che il terzo interessato, decorso senza esito il termine per l'esercizio del potere inibitorio, sia legittimato a richiedere all'Amministrazione l’adozione dei provvedimenti di "autotutela" (che afferiscono a procedimenti amministrativi - quindi, per quanto detto sopra, non riferibili alla DIA-Scia); 
c) che si sia di fronte al silenzio-rifiuto maturato in ordine all’esplicazione del potere sanzionatorio di cui all’art. 21 della legge n. 241/1990.

sabato 3 marzo 2012

Lavorare al pc lontano dall'ufficio... si può

Come fare se ho dimenticato in ufficio un file?
Se mi sono dimenticato di inviare una mail e l'allegato è in ufficio?
Se devo modificare un DOcfa ma sono in macchina?
Se devo inviare un lavoro per mail ma non sono in ufficio?
E se voglio fare qualcosa da casa senza andare in studio?
 Ci Siamo comprati il portatile ma poi quel file sta in ufficio, quel programma gira solo con la chiavetta che è rimasta in ufficio, sul mio ipad posso vedere i dwg ma modificarli........

Ecco cosa serve: una connessione internet, un piccolo software gratuito per uso non commerciale: TeamViewer.
Con questo programma vedete sul vostro monitor il desktop del pc remoto (di studio o viceversa di casa) e manovrate il muose come se siete lì.