martedì 10 gennaio 2012

Riforma degli ordini ad agosto 2012: semplice adeguamento o nuova opportunità?

Il termine è perentorio: entro il 13 agosto 2012 gli Ordini Professionali dovranno trasmettere al governo la proposta di  revisione del proprio regolamento professionale per renderli più aperti al mercato ed aderenti alla loro funzione originaria che è quella di garantire gli utenti e i cittadini. La proposta dovrà ovviamente essere di gradimento del Governo altrimenti verranno abrogate dall'ordinamento quelle norme in contrasto con la Legge 148/2011 che detta i seguenti principi: scomparsa delle limitazioni all'accesso alle professioni, dei vincoli residui sulle pubblicità e tariffe e della previsione di periodi di praticantato superiori ai 18 mesi necessario all'esame di stato; assicurazione obbligatoria  contro eventuali danni dall'esercizio professionale; equo compenso ai praticanti; obbligo della formazione continua e organismo disciplinare esterno agli ordini. Inoltre, le disposizioni non abrogate dovranno essere raccolte dal governo in un testo unico della materia entro il termine del 31 dicembre 2012.

Il CNG, consapevole della ristrettezza dei tempi e della reale impossibilità di effettuare un dibattito con l'intera categoria sia pure rappresentata dai Consigli Provinciali, ha scelto di procedere sottoponendo ai Presidenti, quali tramite con i Consigli Provinciali, la propria proposta di adeguamento del regolamento professionale.


La premessa del Presidente Savoldi è la seguente: la revisione del regolamento professionale può costituire una favorevole opportunità prima ancora che un semplice adeguamento ai principi dettati dal Governo. Se da una parte i principi dettati dal Governo sono in parte già applicati o in via di prima applicazione, dall'altra possono costituire, nel quadro dell'unificazione di più professioni, l'opportunità di scrivere l'ordinamento di una nuova figura professionale con specifiche e rinnovate competenze professionali.
Il processo già avviato di unificazione delle categorie dei diplomati, se accompagnato dall'unificazione con la categoria dei laureati junior, costituisce l'opportunità di passare dagli attuali tre livelli di tecnici (frutto della riforma dei titoli universitari a seguito della quale siamo stati relegati al terzo livello) alla costituzione di due soli livelli. tecnici laureati e magistrali, con la possibilità di assegnare ai primi il livello formativo minimo che l'Europa richiede per lo svolgimento della libera professione nonchè di vedere risolta l'annosa questione sulla divisione delle competenze in ambito progettuale e strutturale assegnando ai tecnici laureati le costruzioni semplici, anche in zona sismica. Ciò inoltre contribuirebbe a garantire la continuità di iscrizioni e la sostenibilità previdenziale fortemente minacciata, in caso di mancata unificazione, dalla necessità di un titolo universitario e dalla scontata iscrizione dei futuri laureati triennali in altri Ordini.
Il progetto è ambizioso e tende ha raccogliere da un lato la esplicita richiesta del Governo e dal'altro il momento di riflessione che le rappresentanze dei laureati junior stanno vivendo in relazione alla mancato gradimento espresso dagli ordini dei senior.
Naturalmente il Presidente Savoldi ha precisato che, nel caso di una mancato accordo con i collegi e le rappresentanze dei triennali, i geometri porteranno al Governo la proposta che riguarderà la propria categoria.
Specificando che, in tutti e due i casi, che la cosidetta "governance" della categoria dovrà cambiare tramite l'istituzione di un Consiglio Regionale (con funzioni di tenuta dell'albo e di organo di disciplina oltre che di rapporto con le istituzioni a carattere regionale) e la rimodulazione dei compiti dei Collegi Provinciali con funzioni legate all'attività sul territorio e alla formazione continua. Il tutto accompagnato da un ridimensionamento della composizione dei Consigli Provinciali e delle nuove cariche elettive Regionali che, a loro volta, indicheranno i rappresentanti regionali all'interno degli organismi nazionali.
Un cambiamento sostanziale quindi, specialmente per ciò che riguarda la questione della "rappresentanza" elettiva. Ripeto: sia nel caso di unificazione delle diplomati con i laureati che nel caso della sola categoria dei geometri.

Forse un cambiamento troppo repentino. Non vi è dubbio che la situazione prospettata risolverebbe in un solo colpo i problemi che la categoria si è trovata ad affrontare negli ultimi anni: dalle competenze, alla sostenibilità della cassa, all'incremento delle iscrizione, all'aumento del peso "sociale" della categoria, al graduale innalzamento del livello culturale e professionale della stessa. Ma il sospetto è il che tempo a disposizione per concertare questi mutamenti (presumibilmente accolti con favore dal governo nell'ottica dello snellimento delle istituzioni) sia carente per la nostra categoria, forse insufficiente per convincere gli altri collegi oltre che i laureati junior. Il rischio di prese di posizioni discordanti è altamente probabile quante più variabili si mettono in discussione e quanti più interessi "di bottega" si vanno a toccare. Tanto più quando entra nella discussione la ripartizione della rappresentanza oltre che delle competenze da assegnare alle cosidette "specilizzazione" che saranno rappresentate all'interno dell'unico Albo. E verò però quanto affermato da Savoldi: qui non decide il futuro dei presenti ma quello dei futuri tecnici professionisti: l'invito è a non sottilizzare sul numero delle cariche  o sul destino degli attuali geometri ma a "pensare" alla futura figura di tecnico professionista.

Però,  perchè doverci affrettare a fare tutti questi cambiamenti in un sol colpo? In effetti il Governo non chiede molto di più di quanto già la categoria attua da tempo (formazione, teriffe, accesso, assicurazione sia pur volontaria, ecc). Il progetto di unificazione dei diplomati con i laureati junior può essere concretizzato anche oltre il 13 agosto 2012: le motivazioni di un favorevole accoglimento da parte del Governo non cambierebbero dopo quella data. E magari, se non si vede la possibilità di un tempestivo accordo, sarebbe sufficiente limitare i cambiamenti a quanto strettamente richiesto dal Governo, cogliendo l'occasione per proporre, con la riscrittura dell'ordinamento, una serie di adeguamenti a riguardo: dell'esame di stato, dello snellimento degli atti amministrativi, dello svolgimento del praticantato, della costituzione di fondazioni di scopo, ecc.
Ben vengano le modificazioni della "governance" proposte da Savoldi: rendere istituzionale un nuovo organismo regionale che svolga tutte le funzioni burocratiche e amministrative che, alla luce dell'informatizzazione, non ha più senso rimangano a carattere provinciale. Prima di tutto la tenuta dell'albo, ormai ridotta al solo controllo dei requisiti di accesso e alla presa d'atto dei trasferimenti e delle cancellazioni. Ma fondamentalmente la necessaria e improrogabile operazione di coordinamento dei collegi provinciali per tutte quelle funzioni che non possono prescindere dal carattere ormai regionale delle questioni relative all'edilizia, all'ex genio civile, al pianificazione territoriale, ecc. Naturalmente anche la questione dei rapporti fra i vari livelli istituzionali della categoria a riguardo delle rappresentanze a carattere regionale e nazionale all'interno del CNG e della Cassa che non pochi problemi provoca ad una categoria che stenta a figurare unita ogni volta che si esce dall'ambito provinciale.

Estremamente delicato invece il passaggio relativo all'accesso alla professione. Il Governo non ha chiesto di modificare le attuali modalità di accesso che, ad oggi, prevedono lo svolgimento del tirocino dopo il diploma di tecnico per l'ambiente e territorio, come precisato dal Ministero in mancanza di una riforma delle professioni, malgrado la riforma delle scuole superiori.  La direttiva europea che prevede la necessità di un titolo triennale per svolgere la libera professione non è ancora stata recepita dal Parlamento. In questo contesto la prposta del CNG di modifica dell'ordinamento introducendo la necessità del titolo triennale a partire dal 2018 (ossia quando l'ultimo studente dell'istituto per geometri (2011) ha acquisito il diploma e svolto i 18 mesi di praticantato) ha senso esclusivamente nel caso della formazione della nuova figura professionale composta dagli ex diplomati e dai futuri laureati triennali. In tal caso è garantita la continuità delle iscrizioni alla nostra categoria, problema ben più importante rispetto alle solite questioni legate al titolo professionale (geometra? ingegnere? tecnico) o alle rappresentanze all'interno della nuova categoria.
Diversamente, anche nel caso di unificazione dei collegi dei periti e dei geometri, tale modificazione dell'ordinamento comporterà presumibilmente la fine delle iscrizioni al 2018. I laureati triennali si iscriveranno ad altri ordini professionali, oggi aimè più blasonati. Difficilmente gli ITS e le ulteriori forme di specializzazione riusciranno a garantire altrettanti neo-iscritti, anche perchè, a parità di anni di studio, la laurea triennale è intesa come più appetibile.
Quindi, le proposte di modifica dell'ordinamento da tenere nel cassetto debbono essere necessariamente due: quella che prevede l'unificazione dei diplomati e dei laureati triennali con anche la modifica dei titoli necessari all'accesso alla professione oltre che la ridefinizione e suddivisione delle compenze all'interno delle specializzazioni individuate; quella che riguarda la sola figura del geometra (o al più quella unificata con i periti) che contenga le sole modifiche all'ordinamento richieste dal Governo (o al più le modifiche della governance).








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